Il Prosecco Superiore DOCG Santa Margherita compie settant’anni
Da una terra unica, una storia straordinaria
Settant’anni fa Santa Margherita, intuendo il potenziale della spumantizzazione della Glera e del suo territorio d’elezione, le colline di Conegliano-Valdobbiadene, diede avvio alla produzione di Prosecco Superiore, entrando nel ristretto gruppo delle cantine pioniere che contribuirono al grande successo di questo formidabile ambasciatore dell’”Italian way of life”. Lo fece seguendo un’intuizione, ben dieci anni in anticipo rispetto all’avvio del Consorzio di Tutela e diciassette anni prima della pubblicazione del primo Disciplinare della Denominazione Prosecco.
In questi primi settant’anni, il percorso verso l’eccellenza non si è mai arrestato: da pioniera Santa Margherita è diventata fiera ambasciatrice di una produzione di alta qualità, contribuendo attivamente alla trasformazione di uno spumante “territoriale” in una delle bollicine più conosciute e apprezzate al mondo.
Molti sono stati i cambiamenti e le migliorie apportate in queste sette decadi sia in vigna che nei processi di lavorazione in cantina, per valorizzare la Glera e le colline di Conegliano-Valdobbiadene.
Da un lato, consolidando la propria presenza nella DOCG con l’acquisizione di vigneti a Refrontolo e a San Pietro di Feletto, nella fascia pedemontana tra Conegliano e Valdobbiadene, e l’avviamento, nel 2011, della Tenuta di Refrontolo, situata in una delle 43 “Rive”, le esclusive sotto-denominazioni che racchiudono il meglio della specificità del Prosecco Superiore. Questo ha permesso a Santa Margherita di focalizzarsi ancora di più sul prodotto e di valorizzare le tante anime di questo vino che correva il rischio, vista l’esplosione del fenomeno-moda di quegli anni, di venire banalizzato. Dall’altro, l’adozione di protocolli severi in vigna e l’utilizzo delle più avanzate tecnologie in cantina, da sempre allo stato dell’arte, hanno garantito il totale rispetto delle uve e grande costanza qualitativa nella produzione.